Immaginate se a un certo punto della vostra vita, vi fosse tolto tutto quello che di ordinario accade nelle vostre giornate.

Come leggere un libro, prendere il tram, andare in auto, uscire per strada dopo un certo orario, andare dal parrucchiere che vi piace, frequentare luoghi di divertimento, praticare sport all’aperto, istruirsi nelle scuole pubbliche, entrare nelle biblioteche, possedere una radio, sposare la persona che si ama o praticare la professione di cui siete appassionati, senza condizioni aggiunte. Immaginate se foste obbligati ad andare in giro con un segno che vi contraddistingua. Se foste obbligati ad abbandonare il vostro paese di appartenenza. Se vi fosse detto che esiste una razza appartenente al vostro paese e che voi non ci fate parte perché  la deturpiate e alterate. Se foste obbligati al lavoro coatto. E se la notte non riusciste a dormire perché qualcuno potrebbe venire a distruggere la tua piccola impresa, e a torturarti anche fino alla morte. Immaginate di essere privati di ogni diritto, libertà, dignità, tranquillità. Di essere considerati cittadini diversi da tutti gli altri. E che tutto questo sia regolato dalle leggi. Ora immaginate che, un giorno come tanti, foste obbligati a lasciare la vostra casa per andare incontro all’Inferno terrestre. E immaginate di non sapere nulla al riguardo. Questo è quello che è successo a 12 milioni di persone tra il 1933 e il 1945 nei campi di concentramento dell’Olocausto. Tra i 12 e i 13 milioni di persone sono state orribilmente private del proprio diritto alla vita a causa della loro religione, sessualità, posizione politica, condizione fisica e sociale, e nazionalità. Fu un concentramento di persone, perché nessuno fu risparmiato. Nel momento in cui passavi sotto quella famosa scritta Arbeit macht frei non eri più una persona. Eri un numero marchiato a fuoco sulla pelle che andava eliminato. E non era affatto rilevate se eri un uomo forzuto, o una donna incinta, piuttosto che un bambino alto meno di un metro, o un anziano senza forze, o ancora una ragazza piena di sogni che avrebbe voluto conoscere il mondo o un giovane che avrebbe voluto fare ancora tante cose nella sua vita. Nel 2019 siamo rincuorati dal fatto che campi di sterminio e leggi razziali non esisteranno mai più, o almeno lo speriamo fortemente. Ma immaginate di vivere lo stesso clima di allora, immaginate di respirare la stessa aria. Razzismo, diversità, sessismo, discriminazione di ogni tipo, chiusura mentale, odio, violenza, libertà di espressione e di pensiero messe in pericolo, diritti umani messi in pericolo, l’indifferenza. O forse non c’è bisogno di immaginare, forse lo stiamo già vivendo?In occasione della Giornata della Memoria, ricordate. Ricordate la storia e ricordate di non rimanere indifferenti. Agite, resistete, non vivete passivamente ciò che capita intorno a voi. Ci sono stati eroi che hanno cambiato le cose 81 anni fa e gli stessi eroi ci possono essere anche adesso, ognuno di noi in ogni momento può cambiare le cose.