di Benedetta Palma

Luis Sepulveda una vita da romanzo: attivista instancabile ed eccellente narratore, cronista di tutti coloro che giorno dopo giorno sono ignorati. Con dolcezza e raffinatezza ha fatto conoscere ai suoi lettori la grandezza del ‘900 “dando voce a chi non ha una voce”.

Con le sue favole e i suoi disegni ha fatto sognare intere generazioni, presentando realtà imperfette, fondendo l’aspetto ironico a quello politico e mostrando figure meravigliose. 

Il suo rapporto con i personaggi è stato sempre molto forte; una nuova storia poteva essere scritta solo quando sentiva maturi i suoi personaggi, quando era sicuro di loro e quando erano definiti e l’affetto per loro li rendeva indipendenti.

I giovani hanno rappresentato per lui sempre un punto di partenza per creare generazioni migliori, in tantissime sue interviste diceva che le nuove generazioni sono vittime di chi c’è stato prima, perché non  hanno testimonianze abbastanza forti. Proprio ai giovani affidava le sue speranze: Confido nelle nuova generazione, lo stato naturale della giovinezza è la curiosità e affido a voi e alle vostre incredibili vite il futuro”.

Uno scrittore, secondo Sepulveda, deve narrare non da un punto di vista individuale ma collettivo, deve usare il “noi” come punto di partenza. Le sue opere trovano la loro più profonda giustificazione etica non nelle cose grandi ma nelle piccole cose che hanno grandi contenuti. 

Un grande scrittore che ha dimostrato ai suoi lettori con piccole ma grandi opere che la carica etica profonda della letteratura era un dovere a cui non poteva sottrarsi!

Luis Sepulveda ha spiccato il volo proprio come la sua gabbianella Fortunata mentre il gatto e il topo sono ancora amici e una lumaca sta scoprendo l’importanza della lentezza!