Rebecca Murra

Tutti quanti proviamo ansia e paura in determinate situazioni, ed è una cosa naturale. Tuttavia, ci sono persone che provano queste emozioni più spesso e inaspettatamente. A molti ragazzi capita di avere attacchi di panico e quando questo succede giustamente non si sa come reagire e quindi si fanno le prime cose che vengono in mente: avvicinarsi, chiedere quale sia il problema, chiedere se si può fare qualcosa per aiutare. Queste sono cose che vengono naturali, che però non aiutano la persona interessata perché inizia a preoccuparsi ad avere sensi di colpa perchè vede chi gli sta vicino che si preoccupano, pensano di essere un peso, di dare fastidio.

In questi momenti non bisogna avvicinarsi in massa, perché la persona in questione deve concentrarsi solo su una persona e ascoltare solo lei e non andare ancora di più nel panico nel vedere che non ce la fa a rispondere a tutte le domande poste dagli altri. L’ansia è un’emozione che fa avere una preoccupazione esagerata, un’intensa agitazione. Può variare da tollerabile a grave con intensa paura o terrore.

Ci sono diversi modi in cui l’ansia si può rivelare: fobia, paura irrazionale di un oggetto, un luogo, un animale. Un attacco di panico si verifica quando ci si sente di colpo, apparentemente senza motivo, in balia di un’enorme paura. Durante un attacco di panico si possono sentire anche fastidi fisici, ad esempio la mancanza di saliva o il non sentirsi più le gambe ( anche se non c’è realmente nessun problema fisico). La causa esatta degli attacchi di panico spesso non si sa, e proprio per questo le persone interessate si preoccupano ancora di più, perché non capiscono il motivo per il quale queste cose accadono e vedono che tutte le altre persone attorno non li capiscono. Gli altri non capiscono non perché non vogliano, ma perché non possono sapere cosa si prova, e le prime cose che si pensano e si dicono sono: “Ma perché ogni tanto fa così”, “non c’è motivo”, “io non li capisco, non ha senso”, ”sta piangendo inutilmente”; sentendo queste affermazioni, si inizia a pensare che magari gli altri possano avere ragione e che in effetti non abbia senso e quindi a pensare di essere sbagliato, che nessuno lo capisce, a pensare di essere stupidi, e pensare che fanno preoccupare gli altri a bugia, perché non è normale avere così tanta ansia, spesso anche per oggettivamente nulla di così importante come un’interrogazione. Ed è proprio questo il problema, pensare che gli eventi che causano gli attacchi di panico siano un qualcosa di oggettivo, ma non è così, sono cosa soggettive, non si può stabilire per quali cose bisogna preoccuparsi e per quali no. Chi non lo prova, non lo sa, non sa cosa si prova ad avere improvvisamente una paura, un’ansia improvvisa di un qualcosa, e questo ci spaventa ancora di più.


  • Articolo pubblicato su L’Edicola del Sud il 13.2.2021