di Angela Rizzato, foto di Lidia De Nuzzo, Chiara Buccolieri, regia TR

4 Febbraio 2022. Moro vive. L’onorevole Gero Grassi è venuto al liceo scientifico Cosimo De Giorgi per rendere partecipi gli alunni della verità sull’Affaire Moro, come direbbe Leonardo Sciascia. 

Il progetto è promosso dal consiglio regionale pugliese e la stessa presidente, Loredana Capone, ha introdotto la figura di Aldo Moro, oggi un po’ estranea ai giovani, lontani dagli avvenimenti che hanno segnato la storia della politica italiana. ‘’Un grande statista’’, così definito dalla presidente, che si è sempre impegnato nell’ascoltare gli altri, collaborare, costruire progetti, fino ad arrivare a mettere a rischio la sua stessa vita, purtroppo soffocata prima di poterli mettere in atto. 

Un ringraziamento, oltre che che all’onorevole e alla presidente, va alla Dirigente Scolastica Giovanna Caretto, che ha permesso alla scuola di promuovere questa ora di “storia contemporanea” raccontata tali figure, molto importanti per i giovani, che permettono di conoscere ciò che nei libri scolastici non c’è scritto.

La verità sul caso Moro inizia con un semplice ‘anche’, che può sembrare un’ovvia congiunzione, ma non lo è. Dietro a quella verità ci sono nasconde delle persone, importanti, ma mai menzionate: personaggi politici di spicco, magistratura, servizi segreti, mafia e le forze dell’ordine, oltre alle “ovvie” brigate rosse. 

Il caso Moro però secondo Gero Grassi non inizia come tutti sappiamo con il suo rapimento in Via Fani il 16 Marzo 1978, bensì con gli accordi di Yalta, tra Inghilterra, America e Russia, alla fine della II Guerra Mondiale, quando si sono divise il mondo rispettivamente in Colonie, Ovest Europa (quindi Italia) ed Est Europa. Nei loro accordi vi era scritto che nessuno poteva interferire nella gestione del potere dell’altro. In più l’Inghilterra dice che in Italia ci sono due personaggi che non sono di particolare favore alla situazione: Enrico Mattei, fondatore dell’Agip (poi ucciso “anche” dalla Mafia, ndr), e Aldo Moro, poiché voleva trasformare l’Europa in ‘’Europa dei popoli’’. I giornali riportano che questo sia l’inizio della fine di Moro. 

Il 4 agosto 1974 il treno Italicus di Bologna subisce un attentato terroristico da parte dei servizi segreti stranieri, esplode poco dopo la partenza. Casualmente su quel treno doveva salire Moro, fatto scendere poco prima con il pretesto di dover firmare dei documenti.

Quattro anni dopo avviene il suo rapimento, con data e luogo menzionati precedentemente: uccisi i cinque agenti della sua scorta con 96 colpi di mitraglietta. Sono state smentite molte delle informazioni ricevute dagli stessi attentatori, come il bar Olivetti, dentro il quale vi erano passate le menti del piano. Aldo Moro viene tenuto in ostaggio dalle BR per ben 55 giorni, durante i quali scrive ben 86 lettere. Il 9 maggio viene ritrovato ucciso in via Caetani in una Renault rossa, sparato per ben 12 volte con la tecnica della rosada, dopo 40 minuti di agonia. Qualcuno ha definito quella Renault ‘’La pietà di Michelangelo del 1978’’. Dopo la sua morte ci sono stati degli ovvi e numerosi interrogatori, come quello al brigatista Alberto Franceschini, che dichiara di aver ucciso Aldo Moro perché pensava fosse un mostro. Ma perché tutto questo? Si pensava che fermando il politico magliese si sarebbe evitato lo sdoganamento  del PCI verso le istituzioni. Lo stesso Moro sapeva di dover morire prima di diventare Presidente della Repubblica, ‘’come Kennedy in America’’. 

‘’Moro vive’’. Come? Ricordando. ‘’Moro non è ieri, Moro è domani, affinché voi giovani ricordiate la sua storia che io ho cercato di chiarire fin ora’’, Gero Grassi.


A margine dell’incontro i redattori di LeCosimo hanno potuto approfondire qualche tema anche di attualità politica con l’on. Grassi (Vai all’intervista)

La registrazione dell’incontro

la conferenza presso il Liceo Scientifico Statale “Cosimo De Giorgi” di Lecce

La fotogallery dell’incontro