Ebbene sì, per quanto sia difficile da credere, anche l’idrogeno può essere una fonte energetica. Già utilizzato in diversi settori industriali, sta iniziando a diffondersi anche nella mobilità.
Attualmente è una tecnologia piuttosto di nicchia, tuttavia con la transizione ecologica che stiamo vivendo si stima che sarà sempre più presente, sostituendo anche le classiche macchine elettriche.
Contrariamente a quanto si pensa, le auto a idrogeno non funzionano come un motore a scoppio; l’idrogeno non viene quindi bruciato formando energia e acqua, ma producono energia, a partire da idrogeno e ossigeno, all’interno di una cella combustibile. Sono dunque macchine elettriche a tutti gli effetti, che però producono energia da sé.
Tra qualche anno potremmo dunque considerare normale fare il pieno di idrogeno così come oggi facciamo il pieno di benzina e diesel.
Ma quindi, quali sono i lati positivi, e quali i contro?
Ovviamente il primo tra i pro è la totale assenza di emissioni di anidride carbonica, poiché come sostanza di scarto verrà emesso unicamente vapore acqueo, inoltre effettuare un rifornimento varia dai 3 ai 5 minuti, al contrario della ricarica di un’auto elettrica che può variare dalle 5 alle 12 ore.
Tuttavia, le stazioni di rifornimento dedicate sono quasi assenti sul nostro territorio (in Puglia sono solo due, una a Taranto e una a Bari) e un pieno, la cui autonomia si aggira attorno ai 600 km ha un costo medio di 80 euro.
Diciamocelo, non sono proprio economiche, ma come sappiamo il vero green costa più del fossile, almeno per ora.