di Serena Pastore –

Negli scorsi mesi sono state condotte nuove ricerche riguardo al primo buco nero mai fotografato, M87*, ed un gruppo di astrofisici guidato dall’Università di Princeton ha scoperto che quest’ultimo sta lentamente perdendo un’enorme quantità di energia. Situato a più di 55 milioni di anni luce dal nostro pianeta, M87* è il buco nero centrale della galassia Virgo A, la più grande galassia dell’universo “vicino”.  Si tratta di un buco nero super massiccio che conta una massa di circa 6 miliardi di volte quella del Sole.

Oltre ad essersi rivelato il soggetto da “fotografia del secolo”, scattata il 10 aprile 2019 ed ottenuta dai dati raccolti dal progetto Event Horizon Telescope, M87* ci regala anche molte informazioni che sembrano smentire alcuni stereotipi riguardo ai buchi neri.

Per esempio, si può osservare come questi ultimi, parti dell’universo misteriose, che non emettono alcun tipo di luce, oltre che divorare tutto ciò che incontrano nel loro percorso (stelle, polveri e gas), rilasciano all’universo grandi masse di energia.

A settembre, nuove osservazioni condotte dall’Eht, hanno dimostrato che M87* ruota su se stesso, trascinando con se il suo campo magnetico, e successivamente si è potuto anche osservare, mediante immagini scattate nel 2021, come il campo magnetico sia talmente forte da impedire al buco nero di risucchiare materia, ma bensì di rilasciarla nell’universo.

Quest’ultimo è anche considerato il motivo per cui l’accelerazione della rotazione del buco nero stia rallentando, infatti, l’energia emessa durante questo processo si allontana lungo la direzione del campo magnetico. Questi eventi hanno portato così i ricercatori ad elaborare nuove teorie, per cui l’energia emessa da M87* possa sgorgare in un nuovo buco nero vicino.