di Clementina Salamina
Che ci faranno sette liceali che costruiscono poliedri giocando con una sorta di lego dai mille colori e forme? Ottima domanda!
C’era una volta un gruppo di ragazzi e ragazze che, sfidando il caldo già torrido di metà giugno, si addentrò nei meandri del Dipartimento di Matematica e Fisica dell’Università del Salento, sotto gli sguardi di alcune matricole, che, smarrite come se alle scale del Fiorini piacesse cambiare come a quelle di Hogwarts, chiedevano ai nostri giovani esploratori dove si tenesse il corso di Analisi 1.
Inutile cercare di spiegare che eravamo lì per un progetto di alternanza, anzi per un “Percorso per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento”, convocati a lezione dal Professore Chirivì, pronto a neutralizzare anche i neuroni sopravvissuti alla fine della scuola, illudendoci all’inizio con una semplice spiegazione sui concetti base dei poliedri per poi… ehi aspetta!
Come sarebbe a dire poliedri e sfere in dimensione 4, 5… ma le dimensioni non erano solo tre un tempo? Non puoi distrarti un attimo!
Un attimo, ma cosa sono quelle slide del Professore Mazzeo? I poliedri in biologia, chimica, arte, fisica… ma sono ovunque! Anche negli armadi del dipartimento: sono tutti mischiati questi modellini, come si chiama quello? Rombicubottaedro? Aspetta, dobbiamo catalogarli? Va bene, a noi due, icosaedro troncato!
Dopo una breve (ahimè) pausa estiva di soli tre mesi, rieccoci a settembre tra quelle stesse mura tra le quali ci muoviamo ormai con sicurezza. Pensavamo di esserci lasciati alle spalle tutto ciò che avevamo imparato a giugno eh? Invece no, eccoci chiamati a creare dei poster sui poliedri in matematica e in tanti altri campi della scienza… persino nei libri di J.K. Rowling! Come? Non vi ricordate che Harry Potter avesse mai avuto a che fare con dei solidi? Guardate meglio… magari vi siete persi l’ultimo libro: “Harry Plotter e la pietra platonica”. Aiuterete Harry, Marpione Granger e Tron Wisely a risolvere degli strani problemi sui poliedri per superare tutte le sfide?
Ma eccoci arrivati alla fatidica data della “Notte Europea dei ricercatori”, il nostro debutto nell’alta società della ricerca.
Entriamo a testa alta nel chiostro del monastero degli Olivetani, pronti a conquistare, con i nostri poster esposti dietro di noi, l’attenzione del giovane pubblico.

Orde di bambini urlanti, desiderosi di giocare con tante forme geometriche diverse e di dare vita a “scatole” dalle forme strane, si contendono il nostro aiuto.
C’è chi vuole costruire una casetta per una fata, chi un recinto per i porcellini, chi vuole risolvere i problemi di Albus Solvente, ma sono tutti accomunati dalla stessa curiosità e dallo stesso stupore per la scoperta dei “Solidi ignoti”.
E in quest’atmosfera di sorrisi e occhi spalancati, ecco che i nostri ragazzi, “ricercatori” per una notte, ritornano bambini, inventando e incastrando strani solidi.
Quest’attività è stata realizzata da: Matteo Fasiello VM, Giovanni La Gioia, Simone Macchia, Samuele Orlando IV D, Mattia Giuri, Clementina Salamina, Samuele Spedicato IV B.