di Federica Tarantino

La decennale crisi degli oppioidi in America non intende placarsi.
Il non così nuovo protagonista che sta piegando gli States è il fentanyl, oppioide sintetico utilizzato per scopo analgesico, di cui solo 2mg possono risultare letali.

Il fentanyl è stato introdotto negli anni ’60,  è presente in molti prodotti farmaceutici a scopo analgesico e fa parte delle sostanze prescritte come antidolorifici che, portando dipendenza, già negli anni ‘90 hanno scatenato una piaga sociale nella classe operaia, che si è poi allargata verso i ceti più abbienti.

Nel 2022 si sono verificati oltre 107mila decessi per overdose in tutti gli Stati Uniti, di cui ben l’81% causato dal fentanyl, preso puro o in mix con altre sostanze.

Il mix più diffuso e pericoloso oggi è quello con la xylazina, sostanza più economica del fentanyl che potenzia l’effetto dell’oppioide.

Ciò sta destanto particolare inquietudine in quanto, non facendo parte della famiglia degli oppioidi, è impossibile annullarne gli effetti con il Naloxone, il cosiddetto antagonista puro.

Sì, insomma, non proprio il sogno americano.

Il fentanyl tra i tossicodipendenti è conosciuto principalmente con due nomi: China Girl e ChinaTown.

Non è un caso, perché in gioco c’è di più del cinismo delle case farmaceutiche: la geopolitica e i difficili rapporti tra USA e Cina.

Nel 2019 il primo produttore ed esportatore di Fentanyl era stata proprio la Cina. Parliamo dei primi anni dell’amministrazione Trump, il quale ha fatto degli accordi direttamente con il colosso  asiatico  solo dopo che il fentanyl aveva sostituito gli altri oppioidi naturali, dando inizio a questa piaga sociale con conseguenze drammatiche.

In seguito la Cina ha aumentato effettivamente i controlli sulla produzione di fentanyl, ma Trump non rispettò la sua parte del patto, non allentando le tariffe e le barriere commerciali contro Pechino.

La Cina aggirò quindi l’accordo inviando le materie prime per la produzione del fentanyl in Messico, che tutt’oggi si occupa della produzione e dello smercio.

Tuttavia, negli ultimi giorni, sembra che la vicenda abbia preso una nuova piega. 

Dopo anni di tensioni, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha stretto un nuovo accordo con il leader cinese Xi Jinping: la Cina si impegnerà a frenare anche l’esportazione di materie prime necessarie per la produzione del fentanyl e perseguire i produttori cinesi che violeranno le nuove normative, gli Stati Uniti invece toglieranno dalle loro liste nere le società cinesi che saranno rispettose degli accordi. 

Sarà la giusta via per porre fine a questo incubo americano? O farà solo crollare il mercato fentanyl dando spazio ad una nuova droga sintetica ancora più letale?