di Miriam Caricato –

Nicoletta Manni, ballerina italiana, pugliese, poco più che trentenne. Prima ballerina di danza classica del Teatro alla Scala di Milano dal 2014, l’otto novembre è stata nominata a sorpresa, dal direttore Manuel Legris e dal sovrintendente Dominique Meyer, étoile della compagnia dopo una rappresentazione dell’Onegin.

La nomina è stata per tutti una grande e inaspettata sorpresa: dagli anni ‘80, dopo Oriella Dorella nessuno aveva ricevuto questo titolo, per giunta sul palcoscenico, alla fine un’esibizione.

Figlia d’arte, sin da piccola studia nella scuola di danza della madre, a undici anni si diploma alla Royal Accademy e a diciotto, anche all’Accademia del Teatro alla Scala. Si mostra molto talentuosa e comincia a ballare nella compagnia tedesca Staatsballet, per poi entrare nel corpo di ballo del La Scala.

Nella sua carriera ha portato sul palco ruoli, principali e non, di La Siphilde, Il Lago dei Cigni, Lo schiaccianoci, Biancaneve, Giselle, La Bayadère, Le Corsaire e La Esmeralda, ma ha avuto ruoli importanti anche in pezzi neoclassici e contemporanei. Ha danzato con altri ballerini di rilievo come Roberto Bolle e Svetlana Zacharova, formalmente étoile dello stesso teatro.

Come ha dichiarato poche settimane fa, La Scala per lei è come una famiglia, che sin da ragazza l’ha accolta e le ha permesso di conoscere personaggi illustri, amici e anche suo marito, il primo ballerino Timofej Adrijashenko, che ha sposato questo agosto. Commentando l’inattesa – ma non immeritata – promozione, Nicoletta ha commentato, rivolta ai giovani: “Credete nei sogni e inseguiteli. Lavorate duramente. Credeteci e vivrete il momento”