di Francesco Marsini –

Il 22 gennaio il mondo del calcio italiano si è fermato dopo la scomparsa di Gigi Riva, leggenda del Cagliari e della Nazionale Italiana, venuto a mancare all’età di 79 anni.

La notizia è arrivata intorno alle 20 del giorno stesso, ed il ricordo del campione italiano simbolo della Sardegna è stato subito commemorato con un minuto di silenzio prima dell’inizio del secondo tempo della finale di Supercoppa Italiana tra Inter e Napoli giocatasi a Riyad, in Arabia Saudita. Questo fatto ha scosso notevolmente i tifosi e gli addetti ai lavori, che hanno manifestato il loro dolore e il loro cordoglio alla famiglia. 

Riva è stato il simbolo del Cagliari vincitore del glorioso Scudetto della stagione 1969/70, che ancora oggi vive e viene ricordato. Con la Nazionale, della quale è il miglior marcatore della storia con 35reti in 42 partite, vinse il Campionato Europeo nel 1968 e arrivò alla finale del Mondiale nel 1970, in cui fu sconfitto dal Brasile di Pelé. Inoltre, fu il team manager della Nazionale dal 1990 al 2013, e giocò un ruolo importante nella vittoria del quarto Mondiale azzurro del 2006.

Nato come ala sinistra, ma con il tempo adattato al ruolo di centravanti, era un giocatore dotato di una grande potenza di tiro e della capacità immane di trasformare in rete quasi ogni pallone che gli capitava davanti alla porta. Per questi due motivi, il giornalista Gianni Brera gli affibbiò il soprannome “Rombo di tuono”. Egli era anche forte fisicamente e veloce nello scatto, caratteristica che gli permetteva di superare l’avversario con rapidità. Ma la giocata che caratterizzava maggiormente il suo stile era l’acrobazia area, più precisamente la rovesciata.

Riva, oltre ad essere apprezzato come calciatore (molti suoi contemporanei sostengono che sia stato il miglior centravanti italiano della storia), era soprattutto ammirato e stimato come uomo dai valori forti, come la fedeltà. Infatti, rimase fedele al Cagliari e alla Sardegna dicendo no alle grandi squadre del Nord, come la Juventus, che offrì al Cagliari ben due miliardi di lire. Riva declinò. Ancora oggi, il ricordo e il riconoscimento della figura di Riva sono fortemente radicati nei sardi e, specialmente, nei cagliaritani. 

Per la sua morte, numerosi calciatori, ex calciatori, dirigenti e società hanno inviato il loro ultimo saluto al campione italiano. Tra questi c’è anche Gianfranco Zola, altra leggenda del Cagliari e cagliaritano doc: “Per me era Dio, il centro dell’universo, l’uomo che ha raffigurato e sostenuto un popolo, il nostro popolo. Lui non era un uomo costruito. Era naturale. Lui non è nato in Sardegna, ma ha scelto la mia terra.” 

Sono arrivati anche i messaggi di cordoglio da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni

Il comune di Cagliari ha proclamato due giorni di lutto cittadino, mentre tutta Italia si stringe per ricordare e celebrare il campione e l’uomo che è stato. 

Buon viaggio Gigi, Rombo di tuono!