di Francesco Marsini –

Nell’ultimo periodo sono avvenuti diversi fatti che hanno diviso l’opinione pubblica e lasciato sgomente molte persone. 

Ovviamente, si parla delle polemiche su ciò che è successo durante la settimana dell’ultimo Festival di Sanremo e nei giorni seguenti, fino ad arrivare alle vicende degli scorsi giorni, quando a Pisa ed in altre città la polizia ha manganellato alcuni studenti che stavano protestando a favore della Palestina, la cui popolazione civile sta venendo massacrata dall’esercito israeliano nella guerra in corso. 

Durante il Festival, i cantanti Dargen e Ghali sono intervenuti a favore, rispettivamente, dello “stop al conflitto” e “al genocidio” di civili palestinesi in corso. Nel programma “Domenica In”, però, mentre Dargen stava spiegando il suo pensiero riguardo la vicenda, è stato bruscamente interrotto dalla conduttrice Mara Venier. Poco dopo l’intervento di Ghali, che aveva risposto con stile all’attacco dell’ambasciatore israeliano circa l’appello alla pace del rapper milanese la sera prima, la conduttrice è stata costretta a leggere un comunicato dell’amministratore delegato della Rai nel quale quest’ultimo chiedeva scusa per quanto accaduto e garantiva allo Stato d’Israele e alla comunità ebraica il massimo sostegno.

Secondo molti questo governo, nelle diverse situazioni, sta limitando la libertà di pensiero: chi non la pensa come l’esecutivo (in questo caso riguardo la guerra in Terra Santa, per la quale è stata espressa massima solidarietà ad Israele) viene censurato, o subisce azioni violente come quelle sugli studenti. 

Questa tesi è sostenuta dal fatto che non è la prima volta che una manifestazione pacifica di studenti viene “domata” a manganellate: era già accaduto a metà mese a Napoli, davanti alla sede della Rai, a Roma, a Firenze ed in altre città ancora. Negli ultimi giorni, il caso che ha fatto più scalpore è stato quello di Pisa: centocinquanta studenti, perlopiù minorenni, sono stati manganellati con ferocia dalla polizia. Alcuni di loro sono stati fermati e bloccati per terra come dei criminali, altri intorno alla testa erano avvolti da fasci di sangue colanti. 

Video e immagini dell’accaduto sono immediatamente andati virali sul web, tanto da aprire un dibattito pubblico tra i giornalisti più noti e tra i politici. 

I difensori del governo hanno accampato diverse giustificazioni, rivelatesi infondate, per motivare la sproporzionata reazione della Celere: “I manifestanti hanno caricato i poliziotti, che hanno reagito”, oppure “Puntavano alla sinagoga per creare disordine pubblico”. In realtà, sono stati i poliziotti a caricare per primi gli studenti, come provato nei video; ed il vicolo in cui questi ultimi stavano manifestando confluisce in Piazza dei Cavalieri, che dista seicento metri dal presunto obiettivo. Ma soprattutto, il corteo sarebbe dovuto finire a San Rossore, in direzione opposta al punto in cui si trova la sinagoga. L’idea che gli studenti puntassero ad essa sembra essere, dunque, una fake news

Ma ammesso che fosse vero, caricare e prendere a manganellate studenti minorenni che stavano manifestando pacificamente e a volto scoperto è comunque privo di ogni briciolo di senso logico, e soprattutto non è democratico e liberale, perché viola l’articolo 21 della nostra Costituzione, che tutela la libertà di manifestazione del proprio pensiero con qualsiasi mezzo di diffusione. 

Per questo ha destato delusione e indignazione il silenzio a riguardo del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che non ha ancora proferito parola in merito, purtroppo.

Sul caso, invece, è addirittura intervenuto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha richiamato il Ministro degli Interni Matteo Piantedosi: “L’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento”.

Non era mai successo che un Capo dello Stato intervenisse così nettamente in questioni come queste, mettendo di fatto fine al dibattito pubblico innescatosi dopo gli avvenimenti e chiarendo quale sia giustamente la posizione da avere in queste situazioni.

La libertà di manifestare il proprio pensiero è di vitale importanza e va difesa sempre con le unghie e con i denti, e non negata con i manganelli