di Emanuele Albano e Giada Persano

Nel mondo del gaming, ormai frequentato da persone di ogni genere ed età, i videogames più belli da provare sono sicuramente quelli che richiedono la partecipazione di più players, che siano sconosciuti trovati online o persone (amici, parenti, ecc.) a cui siamo più legati.

Alcuni produttori, come Hazelight e EA Originals, da anni ormai si occupano della produzione di videogiochi con lo scopo di raccontare una storia ben strutturata e ricca di emozioni e colpi di scena. Questi due colossi del videoludico, in particolare, sono i principali genitori di videogames come “A way out” e “Battlefield 1” che raccontano rispettivamente la storia di due amici che evadono di prigione e la storia della prima guerra mondiale. 

Grazie ad una collaborazione del 2019 tra questi due producer, nel 2020 è stato presentato “It takes two”, un gioco con una storia che potrebbe tranquillamente rispecchiare la realtà nuda e cruda di alcune famiglie. 

I protagonisti sono Cody, May  e la figlia Rose. La coppia sta vivendo un brutto periodo fatto da litigi e battibecchi, e proprio durante una discussione, nella quale Cody incolpa May di lavorare incessantemente, rivelandosi un genitore assente, e May rinfaccia a Cody la mancanza di riconoscimento verso il suo lavoro, i due arrivano a scegliere la via del divorzio. 

Dopo aver sentito questa notizia terribile, la piccola Rose corre via verso il capanno di famiglia e porta con sé due bambole fatte a mano che raffigurano proprio i suoi genitori. All’interno del capanno la bimba trova un libro di terapia di coppia scritto da Mr.Hakim, “Book of Love”, e rivolgendosi ad esso desidera e inscena tramite le sue bambole una riappacificazione tra i suoi genitori, che tra l’altro la butta giù di morale e stimola in lei un pianto disperato. Dopo che le lacrime di Rose cadono sulle bambole, Cody e May si ritrovano, come per magia, intrappolati in un mondo fantastico, proprio nei corpi delle bambole alle quali Mr.Hakim, cioè il libro stesso, riferisce che gli è stata affidata la missione di sistemare la loro relazione. I due ovviamente non ci stanno, e provano a cercare Rose, in modo da sistemare le cose, sempre che la piccola sappia come fare.  

Il loro viaggio però non è così semplice, perchè Mr.Hakim mette di fronte a loro degli ostacoli che per essere superati necessitano di due personaggi e che facciano lavoro di squadra. Le avventure e le varie sfide da affrontare avverranno sempre in luoghi diversi, a partire dal  capanno degli attrezzi, passando per l’interno di un albero, nella stanza di rose, ecc. Si imbattono in versioni magicamente antropomorfizzate dei loro vecchi oggetti, che criticano Cody e May per i loro maltrattamenti e la negligenza sia nei loro confronti che in quelli di Rose. In ogni luogo ci saranno dei piccoli minigiochi da svolgere che non hanno un vero e proprio peso nella storia, ma servono solo per divertirsi a sfidare il proprio compagno di giochi.

Mentre viaggiano nella loro casa, ai due protagonisti vengono in mente i momenti felici vissuti insieme, compresi quelli che li avevano spinti a diventare una coppia e nel frattempo i loro veri corpi sono in uno stato di incoscienza e Rose, pensando che i genitori la stiano ignorando e che sia lei il problema per cui il matrimonio cade a pezzi, scappa di casa, sperando che in questo modo tornino insieme. 

Dopo aver affrontato il test finale del Mr.Hakim, e cioè cantare insieme la canzone preferita di May, i due si abbandonano in un bacio e si risvegliano nella realtà. Nonostante abbiano aggiustato le cose tra loro, rimane da sistemare un problema. Rose era scappata e andava subito cercata. 

Fortunatamente, riescono a trovarla nei pressi di una fermata dell’autobus e le assicurano che non è lei la causa delle loro discussioni e che rimarranno sempre una famiglia. Il gioco si chiude sull’inquadratura di loro tre che tornano a casa.

Questo gioco oltre ad offrire un’esperienza condivisa a più giocatori, fa riflettere su temi importantissimi, etici e morali, ed è il classico esempio di gioco divertente da una parte ed educativo dall’altra. È bellissimo da condividere col proprio partner, ma niente e nessuno vieta di giocarci con i propri amici e parenti.