“La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. “Benigni la definisce come la più bella del mondo, affascinante e invidiabile in alcuni aspetti, sicuramente modificabile in altri. La Costituzione italiana è stata infatti di recente al centro di un dibattito politico acceso che ha posto diverse opinioni, culminando con un referendum bocciato dal popolo italiano. Il comico non nasconde che si dovrebbero attuare dei cambiamenti per avere delle riforme che gioverebbero al nostro bel Paese. Ad esempio l’articolo 4 afferma che il lavoro è un diritto di tutti, ma come si può dire che questo venga riconosciuto se il 37% dei giovani si ritrova sul divano, a guardare laurea appesa solo per abbellimento? Come si può dire che la Repubblica promuova le condizioni che rendono effettivo questo diritto al lavoro se da qualche anno la disoccupazione rimane in una situazione di stallo? Ogni cittadino deve essere in grado di poter scegliere da solo il proprio futuro. È ovvio che senza lavoro il nostro bel Paese rimarrà sempre arretrato rispetto alle potenze in sviluppo continuo, come la Germania. Andando avanti così ci sarà un “ritorno al futuro”, ovvero molte persone torneranno, come facevano prima, a dover sopravvivere con i prodotti della terra non avendo soldi per acquistare nulla. Forse si tratta di un’esagerazione ma di sicuro in Italia tutto ci si può aspettare. Essendo i disagi della disoccupazione motivo di sofferenza per giovani e adulti, si ha bisogno di una rivoluzione culturale che favorisca la giusta distribuzione della ricchezza e che promuova consistenti investimenti statali sulle nuove generazioni. L’auspicio è che si possa assicurare alle forze giovanili un futuro dignitoso, basato sul diritto costituzionale al lavoro equamente retribuito e garantito dai diritti dovuti.