Melilla, enclave spagnola nel nord del Marocco, ha accolto dal 4 al 12 marzo la delegazione degli studenti del De Giorgi di Lecce, impegnati nel percorso di scambio internazionale e di approfondimento di alcune tematiche di cittadinanza globale all’interno dell’Erasmus+. La scuola ospitante è l’IES Rosadir affollata di studenti e docenti che hanno fatto sentire come a casa le delegazioni giunte anche dalla Svezia, Belgio, Olanda e Germania.
Sul sito istituzionale del Liceo la cronaca delle giornate a Melilla. In questa pagina le testimonianze degli studenti facenti parte della delegazione e una folta rassegna fotografica.

Sara Sansò 

L’esperienza in Erasmus+ presso la città della Spagna, Melilla, situata sulle coste dell’Africa, mi ha permesso di riflettere sulle diverse tradizioni, etnie e culture presenti nel mondo. 

Mi trovo da pochi giorni a Melilla e mi sento già molto legata a questo luogo, alle persone e alla lingua. Mi considero una persona molto abitudinaria e allontanarmi dalla mia città, famiglia e amici, è stato difficile all’inizio, ma l’ospitalità e la gentilezza di coloro che mi hanno accolta hanno permesso che mi ambientassi presto fino a farmi sentire a casa. Certamente lo spirito di adattamento e anche il rispetto di mondi talvolta totalmente diversi dal nostro non può mancare.

Non solo il viaggio, ma il contatto reale, essere con le persone a scuola e in famiglia, e nella vita di tutti i giorni, è una opportunità importante che Erasmus ci ha offerto di scoprire e rispettare culture, usanze, provare cibi sconosciuti, aromi e abbinamenti insoliti, rivoluzionare le nostre abitudini e arricchirci delle infinite differenze,

Lucia De Vitis

Definirei impegnativa e nello stesso tempo magica questa esperienza in un luogo che rappresenta il sogno africano di una vita migliore in Europa e anche la preoccupazione di chi questo sogno vuole spezzare, costruendo un gigantesco muro di filo spinato che paradossalmente divide umanità contigue. 

Personalmente ho trovato gradevole ed entusiasmante rapportarmi con persone che conservano ancora valori come sedersi intorno allo stesso tavolo per consumare il cibo insieme e fare di tutto per far sentire gli ospiti graditi e coccolati. Questa cura e generosità l’ho percepita in maniera molto netta in questa esperienza in Erasmus+ a Melilla.

Stimolante è la possibilità di comunicare in lingue straniere, e quando ci si mette il cuore tutti gli ostacoli vengono superati.

Greta Louise Pasqual 

Non credo che prima di partire potessimo minimamente immaginare la realtà che ci avrebbe calorosamente, accolto al nostro arrivo. A 2000 km di distanza e dopo oltre 14 ore di viaggio abbiamo scoperto (prima grazie alle nostre ricerche e poi in prima persona) una realtà unica in cui l’Europa si fonde con l’Africa per formare una realtà ricca di scambi, conflitti e spunti di riflessione. La cosa che più mi ha toccato in particolare è stata la grande differenza tra la nostra cultura europea e la cultura araba: ho avuto la fortuna di essere ospitata da una famiglia marocchina, e in pochi giorni ho potuto scoprire tantissimo sulla loro cultura, le loro abitudini e la loro religione. Inoltre con le escursioni che abbiamo fatto con la scuola IES Rusadir di Melilla, abbiamo potuto vedere luoghi e contesti da tanti punti di vista. 

Più di tutto, questa esperienza ci sta facendo conoscere realtà apparentemente distanti, scoprire le somiglianze fra noi popoli che si affacciano sul mediterraneo e comprendere e celebrare le nostre differenze. Credo che più di qualsiasi viaggio nell’europa continentale, questa sia un’esperienza in grado di trasformarci, metterci in difficoltà per poi regalarci un’apertura mentale sempre maggiore e un’amore sempre più grande per la conoscenza, la convivenza e solidarietà. 

Vittoria Leone

Se fino a poche settimane fa mi aveste chiesto dove mi sarei vista nel futuro più prossimo non avrei mai immaginato di rispondervi di ritrovarmi catapultata in una giostra di colori, profumi ed emozioni come quelli del Nord Africa. In quella parte di Mediterraneo, dimenticata da molti, al confine con lo stretto di Gibilterra c’è un’esplosione di vita e culture che nessuno può mai immaginare. Mi trovo a Melilla, una graziosa e complessa enclave Spagnola in Marocco, Europa, ma una vivace e multietnica cittadina che connette le realtà più diverse tra loro, fondendo usi e costumi in un’unico contesto umano. Non è un luogo di passaggio, men che meno una meta di turismo di massa, si tratta di un gioiello accuratamente nascosto raggiungibile solo attraverso pochi voli che lo collegano con la spagna continentale: in questo luogo si arriva solo se veramente motivati.

La nostra sveglia alle due di notte per partire alla volta di questa città di certo non ringrazia la sua difficoltà di raggiungimento e allo stesso modo anche le 14 ore trascorse tra aeroporti e sedili di aerei non sono state una passeggiata, ma ogni stanchezza e ogni vago pensiero è sparito quando i nostri piedi hanno toccato il suolo di Melilla. Ora, al sesto giorno di esperienza spagnolo-africana mi sento diversa, non diversa fisicamente (certo, il mio colorito è più vivo, viste le ore trascorse in spiaggia sotto al sole di mezzogiorno) ma psicologicamente. Culturalmente credo ci sia stato un salto di qualità e sono così audace ma al tempo stesso sicura di poter affermare che sia lo stesso anche per le mie compagne e i miei compagni d’avventura. 

Stefano Casalino

Sono partito alla volta dell’ignoto, intraprendendo un viaggio di 14 ore attraversando l’Europa e il Mediterraneo in compagnia di persone che non avevo mai visto prima; ma è proprio il calarsi totalmente al di fuori della propria zona di confort che mi ha permesso di scoprire aspetti della realtà che non avrei mai immaginato.

Una volta arrivato ho sentito un forte impatto dato dal trovarsi in una situazione dalle apparenze, usanze e lingue interamente diverse dalle mie. Infatti ho presto avuto modo di comprendere, attraverso l’astrazione totale dalla quotidianità, come la città di Melilla sia l’emblema del relativismo culturale. Basti pensare come musulmani, cristiani ed ebrei convivano storicamente fra le strade della stessa città; o come il governo di una città originata dal colonialismo debba confrontarsi con il tema moderno dell’immigrazione di massa. Confrontandoci con i locali abbiamo scoperto molti punti di riflessione come l’esigenza di separare la religione dalla cultura di un popolo nonostante il loro intrinseco legame, al fine di essere in grado di applicare i valori moderni alla vita di ogni giorno. Abbiamo avuto modo di comprendere come in questa città si possa essere discriminati per essere non abbastanza spagnoli o non abbastanza marocchini, ma allo stesso tempo un gran numero di famiglie sono segnate dalla convivenza delle due nazionalità e dalle conseguente commistione di costumi e credenze. 

Gloria Pariti

Non è facile uscire dalla “confort zone” in cui viviamo circondati dagli affetti più cari e dagli amici di sempre e calarsi improvvisamente in una nuova dimensione fatta di persone,  tradizioni, luoghi nuovi. Questa mia prima esperienza di vita “extra moenia” ha davvero dell’incredibile a partire dai protagonisti di questa bellissima avventura: studenti e professori del mia scuola, che fino a qualche giorno prima non avevo avuto ancora la fortuna di conoscere. La curiosità di  scoprire chi fossero i compagni di viaggio è stata forte sin da subito, così come il desiderio di carpire dai loro sguardi sfuggenti ma emozionati, i pensieri e le sensazioni che fluttuavano nelle loro menti. Ed ecco che da un giorno all’altro eravamo tutti là pronti al decollo. Mille i pensieri, come mille le sfumature di quel cielo colorato come un dipinto di Monet che stavamo attraversando! Decolli e atterraggi fino a toccare quel fazzoletto di terreno spagnolo incastonato tra il Marocco: un brillante raro e prezioso, la bellissima Melilla!

Calde mani pronte ad accoglierci senza pregiudizi. Valigie cariche di energia positiva, voglia di ascoltare e di raccontare, di scoprire e di scoprirsi, di superare i propri limiti, di aprirsi agli altri. E ancora, bellezze naturali e strepitosi panorami, acque cristalline, fontane, musei, edifici modernisti, gastronomia. Ma Melilla non è solo questo ma molto, molto di più. È accoglienza, ospitalità, inclusione e convivenza di culture che si intersecano e si rispettano, si bilanciano in un gioco magico fatto di equilibri e armonie!

Proprio per i valori morali e culturali che si respirano in questa realtà multietnica è inaccettabile che lo sguardo umano debba sbattere contro una barriera di filo spinato che  infrange i sogni di coloro i quali fuggono dalla loro terra rischiando la  vita per una nuova vita, e ripongono al di là di quell’ ostacolo tutte le speranze future.  Poiché come canta Sting, “In our country, only tears, in our future there’s no past, if it be your will  it shall come to pass, Inshallah, Inshallah”.

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