L’armocromia è una disciplina che permette di individuare una palette di colori in grado di valorizzare ognuno di noi e possiede delle basi scientifiche grazie alle quali ha assunto sempre più credibilità nel tempo e una posizione estremamente rilevante nel mondo della moda di oggi. In Italia il suo “Boom” si è registrato solo negli ultimi anni, soprattutto grazie ai social-media che puntano soprattutto a sfruttare la via dell’immagine, perché cattura l’attenzione e resta più impressa nell’immaginario collettivo.

Già in passato, in realtà, l’armocromia ha costituito un potente strumento di comunicazione, utilizzato da figure di spicco come star del cinema, personaggi politici, ecc… per imporre  la propria immagine. 

In questi casi, essa va ben oltre la semplice combinazione di tonalità, sfruttando la psicologia dei colori per dare un impatto duraturo al pubblico. Esempio di chi ha sfruttato questa “scienza” può essere la regina Elisabetta II, che ha costantemente scelto con rigore i colori da indossare; negli eventi formali, infatti, ha sempre espresso regalità ed eleganza attraverso colori chiari e tenui, mentre esuberanza e vitalità in tutte quelle cerimonie che le consentivano di indossare colori accesi. In ogni caso, ha sempre dimostrato consapevolezza e attenzione verso una pratica che si è rivelata e si rivela ancora oggi strategica e astuta per i personaggi pubblici. 

Questa tendenza a seguire l’armocromia, tuttavia, non si diffonde solo tra le celebrità, ma nell’intera società. Questo è dimostrato dal colore che Pantone ha scelto come protagonista del 2024, il “Peach Fuzz“, definito dallo stesso sito come un colore che esprime connessione e spirito di collaborazione tra le persone e il cui significato è “peluria della pesca“. Questo trend, assieme a molti altri, acquisisce un’importanza notevole, convincendo i più del fatto che la moda, ad oggi, necessita di essere seguita… ma la moda si segue o si fa?

Ormai, infatti, esiste la convinzione che la moda sia qualcosa di fisso e universale, e questo spinge tutti a vestirsi allo stesso modo e seguendo precisi canoni, senza lasciar spazio all’espressione della propria personalità… ognuno, però, non dovrebbe sentirsi unico? Libero di trasmettere il proprio gusto e di vestire secondo il proprio stile, senza dover essere uguale agli altri?