Personaggio del mese è il leccese Francesco Moriero,  ex calciatore che militò in diverse squadre tra cui Lecce, Roma, Inter e Napoli: ala destra e “lustrascarpe” personale di Ronaldo.

 Spesso si sente dire che i calciatori abili sul campo non lo sono anche fuori. Secondo le tue conoscenze potresti confermare? Qual è stato invece il tuo comportamento?Bisogna sempre differenziare le due cose: la vita personale è la vita personale, mentre lo sport è un’altra cosa. È normale che noi che facciamo e abbiamo fatto sport dobbiamo essere d’esempio, perché tutto quello che facciamo dentro e fuori dal campo, i giovani lo assimilano perchè cercano di imitare i propri idoli. Io da quando ho cominciato a giocare a calcio ho sempre cercato di essere me stesso in modo tale che la gente non si ricordasse di me solo per le gesta atletiche e calcistiche, ma anche di me come persona. Come giudica la crisi calcistica italiana in questo momento?Il calcio è molto cambiato, sono cambiate le scuole calcio e sono cambiati gli istruttori. Adesso si punta di meno sui giovani, si rinuncia ad insegnare le basi e si punta direttamente ad insegnare la posizione e le diagonali, dimenticandosi di utilizzare l’elemento più importante del calcio: il pallone. Questo è dovuto anche all’arrivo di tanti giocatori stranieri?Se il giocatore straniero è bravo è giusto che venga. In Italia c’è una crisi economica impressionante e per questo i giocatori preferiscono trasferirsi all’estero per guadagnare di più. Un tempo il calcio Italiano era il più bello del mondo (basti pensare che ogni squadra aveva un campione), ma adesso qualcosa è cambiato. Un tempo vi erano dei giocatori nelle varie squadre denominati “bandiera” perché militanti per lungo tempo in esse. Adesso questa figura sta scomparendo e i giocatori preferiscono giocare non per amore della propria squadra ma per soldi. Lei cosa ne pensa?Bandiera vera e propria non è mai esistita, forse l’unica è esistita fino a poco tempo fa, cioè Totti. La sua fortuna è stata quella di nascere e crescere in una grande squadra che gli ha permesso di giocare sempre ad altissimi livelli. Anche io quando ho cominciato a giocare ho sempre sognato di diventare la bandiera del Lecce. Tuttavia ci sono dei meccanismi che non solo non permettono al giocatore di guadagnare più soldi, ma che non consentono alle società di tenere tanti campioni in squadra, perché i soldi finiscono. Di conseguenza tanti giocatori preferiscono trasferirsi in club più importanti per guadagnare e vincere molto di più. Cosa ne pensa dell’introduzione in campo delle nuove tecnologie come la Var?Il calcio è cambiato! Prima il calcio era più istintivo, il giocatore faceva di tutto per vincere la gara (simulazione, goal-no goal), adesso invece in campo ci sono 4 arbitri che comandano. Adesso siamo entrati nella mentalità di essere perfetti, ma l’Italia non è pronta a questo. Ora come ora infatti bisogna aspettare 10 minuti per convalidare un rigore e credo che così si faccia perdere la passione anche allo stesso tifoso. Ben venga avere la correttezza totale, ma si perde il fascino del gioco. Che consiglio dà a tutti i giovani che vorrebbero intraprendere la sua carriera?Calciatori si nasce, non si diventa. È un’arte che si ha dentro, ma che va affinata. Il consiglio che do io è quello di prendere il calcio così com’è. Il calcio è divertimento, se uno crede in una cosa la deve fare sempre al massimo. Un sincero ringraziamento al Sig. Moriero per la sua disponibilità, con l’auspicio che le sue parole siano utili per crescere e migliorare e siano d’aiuto per tutti coloro che vorrebbero fare il calciatore.