di Ilaria Miraglia

Lo sai che ieri sono stato all’inferno?” Impossibile? No! Infatti, durante la giornata del 15 novembre, sette tra le classi terze del Liceo Scientifico De Giorgi di Lecce (circa 200 studenti) hanno preso parte allo spettacolo Hell in the cave, l’Inferno di Dante messo in scena in una delle magnifiche cave delle Grotte di Castellana, patrimonio dell’Unesco, in provincia di Bari. 

A tratti inquietante, l’atmosfera cupa e cremisi ha accolto i ragazzi, che si sono ritrovati a vagare tra le rocce e un andirivieni di demoni infernali capaci di incutere terrore e coinvolgere nello spettacolo. 

Una vera e propria opera di metateatro, intrigante ed avvincente, all’interno della quale una voce fuori campo che declamava i versi danteschi accompagnava la recitazione “muta” dei personaggi infernali. 

Da Paolo e Francesca, condannati nel girone dei lussuriosi alla separazione eterna in balia di una tempesta di vento, a Ulisse che, volteggiando con eleganza su un nastro rosso, esorta a seguire “virtute e canoscenza”. Fino ad arrivare all’angelica Beatrice, che nella scena finale ascende al Paradiso accompagnata da un’intensa luce bianca.

Immancabile il personaggio di Lucifero, che, a differenza del resto degli attori indossa abiti contemporanei. Un Lucifero in jeans? 
Una scelta non casuale: i costumi del re degli Inferi ricordano quanto la presenza e la tentazione del peccato siano presenti anche al giorno d’oggi. 

Uno spettacolo, quindi, che, oltre ad intrattenere, fa riflettere e suscita negli studenti la curiosità di studiare e lasciarsi trasportare da uno dei più grandi capolavori della letteratura. 

Una Divina Commedia che, pur essendo un’opera del ‘300, si riscopre attuale nel mettere in scena la fragilità dei peccatori e la speranza di salvezza ormai perduta delle anime infernali. 

Lo spettacolo, ammaliante e viscerale, merita di essere visto, anzi vissuto, da tutti, giovani e adulti, perchè possano apprezzare la modernità di un autore il cui classico è un libro che non ha mai finito di dire quello che ha da dire (Calvino).