Di Stefano Cazzella e Francesco Lezzi

Lettori carissimi, eccoci tornati con un nuovo articolo sulla splendida e sempre di fretta tecnologia! Eh? Come dite? Non vi ricordate di noi?. Appena sei mesi di assenza e siamo già scomparsi dalle vostre menti? Proprio noi che vi abbiamo fatto conoscere così tante novità… Scommetto che usate ancora i font che vi abbiamo consigliato, vero? Bando alle ciance, iniziamo questo nuovo anno con un articolo a tema Covid-19. No, non disperate, non parleremo di disgrazie, ma – indovinate un po’? – di un videogioco. Cosa centra? Lo scoprirete presto.

Era il lontano settembre 2005, quando la nota casa videoludica statunitense Blizzard rilasciò una nuova espansione per il suo gioco di punta, World of Warcraft. Consisteva nell’aggiunta di una missione che dava la possibilità di combattere un nuovo boss, la cui particolarità era quella di infettare i giocatori. Venivano colpiti da una magia che diminuiva la vita dei loro personaggi col tempo. In teoria l’effetto della maledizione sarebbe dovuto essere valido solo all’interno del livello. Qualcosa andò storto. I giocatori, anche dopo aver finito il combattimento, si ritrovarono infetti. Non solo, l’infezione era trasmissibile ai giocatori vicini. Scoppiò l’epidemia ed esplose il panico. In poco tempo milioni di giocatori contrassero la malattia. Le strade delle città principali del mondo di gioco erano deserte, ricoperte dagli scheletri dei personaggi che non ce l’avevano fatta.

La popolazione si ritrovò a dover gestire questa situazione assumendo diversi atteggiamenti molto simili a quelli presi dai diversi governi del mondo per fronteggiare la pandemia del Covid-19: quarantene forzate, nascita di veri e propri ospedali, nei quali i giocatori con abilità curative facevano il possibile per aiutare; altri, invece, si impegnarono nella localizzazione dei focolai principali e nella diffusione delle loro posizioni, così da far evitare agli altri personaggi quelle aree. 

Per fortuna il grave inconveniente venne risolto dopo circa una settimana grazie al rilascio da parte della casa produttrice di una nuova espansione che eliminava il boss tanto temuto, e di conseguenza la malattia che infettò il mondo di gioco.

Ci sembra curioso, cari lettori, come una situazione che può sembrare qualcosa che può accadere soltanto nel mondo reale, sia accaduta in un luogo di pura immaginazione e il modo in cui abbiano gestito il tutto.

Alla prossima, noi torniamo a testare le console appena uscite.