di Gaia Naccarelli
illustrazione di Giulia Bursomanno

Non importa chi tu sia o da quale parte dell’Italia tu stia leggendo. Oggi è il 14 febbraio e la tua home Instagram è piena di storie smielate di coppie che non dureranno nemmeno tre settimane. Questa certezza non ti farà comunque sentire meno solo. 

In questo giorno è impossibile non parlare d’amore… I muscoli cardiaci di tutti galoppano incessantemente a ritmo delle più dolci melodie che Spotify riesce ad offrire, le file nei fiorai competono con quelle fuori dai supermercati durante Marzo dell’anno scorso.  C’è chi si munisce di cioccolatini e orsacchiotti e chi è alla ricerca della rosa più bella da donare al proprio amore. Peccato però che ogni rosa ha le sue spine e la rottura fa pungere chiunque. Ma per fortuna c’è chi riesce a superare questo passaggio in un modo del tutto originale.

È accaduto qualche tempo fa: dopo quattro anni una produttrice cinematografica e uno scultore mettono fine alla loro storia e nasce l’ironica idea di istituire un museo dove conservare gli oggetti che ne avevano segnato il percorso. Tre anni dopo la rottura viene presentata al pubblico la scherzosa collezione dei due ex amanti arricchita anche dai ricordi delle relazioni passate dei loro amici. È così che viene alla luce “The Museum of Broken Relationships”.

Il museo si presentava inizialmente come un’esposizione itinerante: il tour mondiale ha permesso a numerosissimi visitatori di ammirare la collezione che nel frattempo si ampliava in maniera esorbitante grazie alle donazioni del pubblico. Nel 2010 divenne il primo museo di Zagabria gestito da privati.

Ogni oggetto della mostra è accompagnato da una breve descrizione che ne racconta la storia.
Alle classiche foto e pagine di diario si accostano articoli molto più stravaganti: una boccetta di lacrime, un ciuffo di capelli, un barattolo di sottaceti, un macinacaffè… Risalta tra gli altri  un’ascia, descritta come “strumento terapeutico”, che racconta la fine della storia di due ragazze: una donna di Berlino dopo essere stata lasciata dalla sua compagna per un’altra si è servita della suddetta arma per distruggere i mobili della ex.

Contrariamente a ciò che in un giorno come San Valentino chiunque vorrebbe sentirsi dire, l’amore finisce. Dolore della perdita annesso. Camminando per le stanze bianche e luminose del “Museum of Broken Relationships” si manifesta la potenzialità insita nel sentimento di tramutarsi in dolore. Ce lo raccontano anche un paio di stivali: “Stivali da motociclista. 1996-2003. Zagabria, Croazia. Ho comprato questo paio di stivali per Ana prima del nostro viaggio a Parigi. In seguito li hanno indossati anche altre ragazze, ma sono rimasti sempre gli stivali di Ana.

La paura del tragico epilogo comunque non fa desistere gli affamati di amore dal proseguire con la loro ricerca dell’anima gemella e il museo ne è la prova. Il sentimento si evolve lasciando dei segni indelebili nelle vite degli amanti, se quegli oggetti non fossero esposti oggi nella collezione nessuno dei donatori sarebbe chi è adesso.