di Clementina Salamina
“Qual è il tuo obiettivo nella vita? Qual è la tua missione? Qual è quell’unica cosa che ti spinge ad andare avanti ad ogni costo?”. Se non siete mai riusciti a rispondere in modo univoco a queste domande e ciò vi ha spesso suscitato dubbi e angosce riguardanti il vostro futuro, fate un bel respiro profondo.
Non c’è niente di strano o sbagliato in tutto questo. Non siete degli inetti, incapaci di compiere delle scelte, bloccati in un loop senza via di uscita.
Potreste semplicemente essere multipotenziali… e non è una malattia.
Una persona multipotenziale, infatti, generalmente stenta a decidere quale strada intraprendere per la propria carriera, non per una mancanza di interessi, ma per una sovrabbondanza di passioni.
Può essere appassionata di intelligenza artificiale, ma saper anche recitare a memoria l’Inferno di Dante; può essere interessata al montaggio di video, ma anche voler entrare a far parte delle Forze dell’Ordine; può conoscere ogni teoria filosofica da Platone in poi, ma anche saper spiegare a chiunque la meccanica quantistica.
I multipotenziali sono affascinati da discipline e hobby di ambiti spesso completamente diversi, sono curiosi e amanti di nuovi stimoli. Sono versatili, in quanto abituati a districarsi tra argomenti del tutto differenti.
Talvolta proprio questa poliedricità può essere scambiata per incapacità di intraprendere una strada e portare a termine un obiettivo: i multipotenziali finiscono così quasi per essere giudicati come esseri inconcludenti. Ma se invece semplicemente non fossero destinati a rientrare in una classe circoscritta di professioni? Se fossero invece predisposti a creare qualcosa di innovativo in quanto in grado di unire ambiti completamente diversi?
Nel Ventunesimo Secolo, il progresso umano ha raggiunto delle vette prima inimmaginabili: ormai le vere svolte non sono da ricercare tanto all’interno di un solo ramo della scienza, quanto in un’originale intersezione di settori che tradizionalmente non sono mai stati analizzati con una visione di insieme.
La società, per fare ciò, necessita di persone multipotenziali e pertanto dovrebbe aiutarle a realizzarsi a pieno invece di stroncarle, rinchiudendole per tutta la vita in un lavoro specialistico non adatto a loro. D’altra parte un’economia in rapida evoluzione pretende una forza lavoro capace di adattarsi nel tempo e in grado quindi di proiettare le esperienze vissute nel nuovo contesto operativo. Oggi non si sa che tipo di lavoro si sarà chiamati a svolgere domani.
Tuttavia l’esigenza di valorizzare la multipotenzialità non si scontra con il costante bisogno di professionisti specializzati che portino con sé una conoscenza approfondita di un determinato argomento.
Un multipotenziale, da solo, non è in grado di analizzare un problema in modo dettagliato senza avere al suo fianco una persona specializzata in un particolare campo; allo stesso modo, quest’ultima ha meno probabilità di osservare un fenomeno da un punto di vista originale se opera senza l’aiuto di qualcuno che sappia interpretarlo all’interno di un panorama più ampio. Devono lavorare in sinergia.
Ogni individuo, che sia dotato di multipotenzialità o che sia incline alla specializzazione, dovrebbe cercare quindi di comprendere in quale modo sviluppare pienamente la propria personalità, ignorando ciò che parte della società si aspetta.
Senza pertanto dare troppo peso alla –per alcuni temuta- domanda “Cosa vuoi fare da grande?”, a cui forse la risposta più adatta è in realtà:
“La migliore versione della persona che potrei essere”.