di Flavio Sabino –

Una piccola delegazione di studenti del De Giorgi formata da Andrea Giuri (VB), Flavio Maria Sabino (VD), Luigi Perrone (VM) e Simone Spagnolo (VG) è andata, in collaborazione con l’Università del Salento, in trasferta al CERN (Conseil Européen pour la Recherche Nucléaire), il più grande laboratorio di ricerca di fisica delle particelle. 

Dotato del più lungo acceleratore di particelle al mondo, l’LHC (Large Hadron Collider), che si estende per una circonferenza di circa 27 km in un tunnel sotterraneo a 100 metri di profondità sul confine tra Francia e Svizzera, nella periferia della città di Ginevra, permette a scienziati provenienti da tutto il globo di studiare le origini del nostro mondo.

Per quasi 9 mesi (durante l’inverno per limitare i consumi e per effettuare manutenzioni sui macchinari i sistemi sono tenuti spenti) vengono fatti scontrare bunches composti da miliardi di adroni (particelle subatomiche composte da quark e antiquark), principalmente protoni, accelerati fino a velocità relativistiche che al contatto possiedono abbastanza energia da disgregarsi, portando alla formazione di altre particelle tramite le interazioni tra quark e gluoni.

Proprio queste sono l’oggetto di studio dei ricercatori perché potrebbero aprire numerose strade nei campi della supersimmetria e degli studi dell’antimateria, campi della fisica che mancano ancora di un appoggio sperimentale.

Tutto questo è possibile grazie a 1232 magneti superconduttori, realizzati in lega di niobio-titanio raffreddati ad una temperatura di 1,9 K (temperatura più fredda del vuoto interstellare) con elio liquido, e a 4 rilevatori principali: ATLAS (A Toroidal LHC ApparatuS), CMS (Compact Muon Solenoid), LHCb (Large Hadron Collider beauty) e ALICE (A Large Ion Collider Experiment).

Di fondamentale importanza sono, infine, i finanziamenti internazionali per mantenere il centro attivo, che consuma mediamente una quantità di energia paragonabile a quella di un’intera città delle dimensioni di Ginevra.

Possiamo quindi giustificare questi elevatissimi consumi con i risultati delle ricerche? Il successo che ha riscosso a livello mondiale la scoperta del Bosone di Higgs nel 2012 è uno degli esempi più facilmente utilizzabili per rispondere a questa domanda, ma per chiunque si approcci alla scienza sarà naturale considerare i costi come una piccolezza di fronte al piacere della ricerca.