Francesco Antonio Astore

Data di nascita: 28 Agosto 1742, Casarano.
Data di morte: 30 settembre 1799, Napoli

Vita

Di famiglia proveniente dal mantovano ed immigrata nel mezzogiorno da due generazioni, nacque il 28 agosto del 1799 a Casarano, nei pressi di Gallipoli. Fu avviato sin da giovane agli studi classici. A Napoli studiò Diritto Civile e canonico, divenendo avvocato.

Abbandonata la professione, si dedicò alla compilazione delle opere per cui divenne famoso tra i letterati del tempo: “La filosofia dell’eloquenza” (sull’arte oratoria) e la “Guida scientifica” (a carattere divulgativo). Avvicinatosi alle idee rivoluzionarie, fece parte della Repubblica Partenopea è proprio per questo , alla sua caduta fu processato e giustiziato a Napoli il 30 settembre 1799.

Ignazio Falconieri

Data di nascita: 16 febbraio 1755, Monteroni di Lecce.
Data di morte: 30 ottobre 1799

Vita

Seguace dell’illuminismo napoletano Falconieri si impegnò nella didattica e nelle riforme sociali. Mite di carattere, sacerdote, precettore e buon poeta dell’Arcadia, insegnò eloquenza a Nola ed a Napoli. Imbevuto delle nuove idee, si arruolò coi patrioti e ne seguì le vicende. Incriminato per delitti politici, fu condannato alla forca il 30 ottobre dell’anno 1799.

Michelangelo Verri

Data di nascita: 9 giugno 1817 , Lecce

Data di morte: 1º giugno 1886.

Vita

Da Salvatore Verri, argentiere, e da Caterina Metalli, di Palermo, nacque a Lecce Michelangelo il 9 giugno 1817. Trascorse la fanciullezza e l’adolescenza lottando, ma sempre con cuore sereno e spirito pronto ad ogni generosa intrapresa, con l’indigenza. Erano caratteristiche del suo temperamento pronta memoria e fervido ingegno che ne fecero in ogni circostanza del travagliato ’48 leccese un cuore aperto ai sensi liberali ai quali il giovane Verri si sentì naturalmente attratto, come per vocazione che doveva fare di lui uno dei protagonisti delle sommosse che contraddistinsero il moto liberale in Terra d’Otranto. Armaiolo di mestiere, aprì bottega a pianterreno di palazzo Guarini. Apprezzato come artigiano, possedeva un carattere generoso. Fu arrestato nel novembre del 1848 per aver manifestato apertamente con altri patrioti il proprio disprezzo contro il Re Fedifrago.

Fu imputato nel medesimo processo nel carcere di San Francesco , che vedeva alla sbarra anche Sigismondo Castromediano. Seguì la condanna di Verri a vent’anni di ferri ed il calvario nel Bagno di Procida dove , ancora una volta ebbe modo di manifestare tutta la propria generosità. Dopo aver consumato dodici anni nelle galere borboniche , riacquistata la  libertà, tornò nella città di Lecce , ma lo accolse la più ingrata indifferenza e miseria.

Il primo giugno 1886 il patriota Michelangelo Verri moriva .

Giuseppe Libertini

Data di nascita : 2 aprile 1823, Lecce.
Data di morte: 28 agosto 1823 , Lecce.

Vita

Patriota ed esponente del pensiero liberale salentino, nacque in Lecce il 2 aprile del 1823. Iscritto  alla Giovine Italia, nel maggio 1848 si batté in Napoli sulle barricate; rientrato in Lecce, si pose a capo dei rivoluzionari, organizzando il Comitato di Terra d’Otranto assieme a Bonaventura Mazzarella. Quest’organo doveva accentrare la responsabilità di gestire gli eventi rivoluzionari nella penisola salentina è in primo luogo nella città di Lecce, radunando al suo interno tutte le principali personalità liberali del tempo. Quando gli eventi precipitarono Libertini si trovò dinanzi alla scelta obbligata di sciogliere il Comitato. Nei processi relativi ai fatti e agli sconvolgimenti di quegli anni, Libertini ed i suoi principali collaboratori uscirono con gravi condanne detentive. Il suo atteggiamento gli costò la prigione a vita, che poi gli fu commutata ad anni sette con la relegazione a Ventotene. Fu esule a Corfù, Malta, Londra dove fu in contatto con Mazzini. Tornò in Napoli nel 1859, allorché i Borboni cadevano.

Antonietta de Pace

Data di nascita: 2 febbraio 2018, Gallipoli
Data di morte: 4 agosto 1893

VITA

Nacque da una famiglia benestante, il padre, Gregorio era banchiere, sindaco della città e fondatore della setta carbonara L’Utica del Salento, e la madre, donna Luisa Rocci Girasoli, un’aristocratica d’origine spagnola che aveva partecipato alla Repubblica napoletana del 1799.

Ospite a Napoli della sorella Rosa e del cognato Epaminonda Valentini, seguace mazziniano, la De Pace, giovanissima, viene a contatto con il circolo dei cospiratori. Ma non fu subito accettata. Prese attivamente parte alla preparazione, in Terra d’Otranto, dei moti del 1848. Dopo la fine prematura del cognato, Antonietta fu sollecita a continuarne l’azione.

Nel 1849 fondò un Circolo femminile, composto prevalentemente da donne di estrazione nobile o alto borghese. Oltre a dirigere il Circolo femminile, attivo negli anni 1849-1855, collaborò ad associazioni patriottiche meridionali quali l’Unità d’Italia (1848), la Setta carbonico-militare (1851), il Comitato segreto napoletano (1855).

Arrestata, nell’agosto del 1855 fu condotta in carcere di S. Maria ad Agnone e fu aperto contro di lei un processo, accusata di cospirazione antigovernativa. Un processo che fece epoca, soprattutto per le risposte sarcastiche che Antonietta lanciava dal banco degli imputati. Quando l’accusa chiese la condanna a morte, le potenze estere ritirarono i loro ambasciatori per protesta. Tre giurati su sei si pronunciarono contro la condanna e Antonietta venne liberata, dopo un anno e mezzo di prigionia. Fin dal 1857 riattivò il suo gruppo femminile. Dall’anno dopo ne diventò segretario Beniamino Marciano, un giovane liberale, poi diventato suo marito. Nell’attesa dell’arrivo di Garibaldi, attivarono a Salerno un comitato d’azione. Garibaldi le affidò la direzione dell’Ospedale Gesù di Napoli. Accettò anche l’incarico di ispettrice delle scuole “Avvocata” di Napoli che mantenne fino al 1862.

Negli anni successivi, con Beniamino intanto diventato assessore all’Istruzione a Napoli, si dedicò in particolare a sostenere l’educazione delle donne. Morì il 4 agosto 1893, a 76 anni uccisa da una bronchite.