di Christian De Luca –

Molte persone hanno paura del mare. Molte ci vivono, ed altre ancora ci muoiono. Ma questo non è il caso della donna di cui vi sto per parlare. Violet Constance Jessop, inglese di origini argentine, aveva 21 anni nel 1911, quando si imbarcò sul transatlantico Olympic come cameriera. Questo, il 20 settembre di quell’anno, entrò in collisione con l’incrociatore HMS Hawke. Due compartimenti stagni si allagarono, e la nave barcollante e mezza affondata riuscì a tornare indietro per puro miracolo. 

Violet, dopo essere scampata a questo pericolo, non si diede per vinta, decidendo di lavorare sulla nave più sicura dell’epoca, talmente sicura da essere ribattezzata “l’inaffondabile”. Già, la giovane donna si sentiva proprio tranquilla sul Titanic. Sappiamo come andò a finire: dopo 3 giorni di navigazione nell’Atlantico, il Titanic colpì un iceberg, inabissandosi 2 ore dopo, e portando con sé la vita di più di 1500 persone. Ma non quella della nostra Violet. 

Prese circa 5 anni di pausa dalla navigazione, probabilmente l’essere incappata in due incidenti come quelli l’aveva segnata. Ma decise comunque, nel 1916, in piena guerra mondiale, di imbarcarsi come medico sul Britannic, piroscafo gemello dell’Olympic e del Titanic, trasformato in ospedale militare. Il 21 novembre, durante la sua sesta traversata, al largo del mar Egeo, la nave prese una mina tedesca piazzata da un U-Boot, e dopo poco fece la fine delle sfortunate sorelle, andando a fondo. Era la più sicura nave del tempo, costruita come post-Titanic, ed è la più grande nave inglese affondata nella prima guerra mondiale. Violet sopravvisse anche in questo caso. Tempo dopo scriverà le sue memorie, che verranno raccolte in un libro che racconta la sua incredibile storia.

Morì di insufficienza cardiaca il 5 maggio 1971, all’età di 83 anni, lasciandoci in eredità una delle pagine meno conosciute, ma al contempo più incredibili, della storia della navigazione.