di Christian De Luca –

Era la sera del 4 Ottobre del 1582. Tutto proseguiva tranquillamente in Italia, Francia, Spagna e Portogallo. Le persone erano tornate a casa dal lavoro, la gente iniziava a dormire. Le città crollarono nel silenzio della notte. Questo silenzio si tramutò nuovamente in rumore una volta che le persone cominciarono a svegliarsi… 10 giorni dopo essere andati a dormire! Precisamente il 15 ottobre. In quella notte morì anche santa Teresa d’Avila, dopo essere stata tra la vita e la morte per… 10 giorni. Non c’entrano gli alieni, non siamo all’interno della trama di un film apocalittico hollywoodiano, e non è nemmeno una strana malattia. Invece c’è una spiegazione molto semplice e più ragionevole. Era entrato in vigore il calendario Gregoriano.

Infatti fino a quel momento era stato utilizzato il calendario Giuliano, introdotto addirittura da Giulio Cesare, che si era a sua volta basato su quello egizio. Questo aveva un piccolissimo errore. Stabiliva infatti che la durata dell’anno era di 365 giorni e sei ore, mentre in realtà era di 365 giorni, cinque ore, quarantotto minuti e quarantacinque secondi. Accumulava quindi un errore di 15 minuti e 15 secondi ogni anno. Un errore apparentemente invisibile, ma che nel corso dei più di 1600 anni passati da quando era entrato in vigore, aveva determinato  uno sfasamento complessivo che raggiungeva quasi i 10 giorni. E in quel tempo era vero che: “il giorno di santa Lucia è il giorno più corto che ci sia”, da allora non più perchè il giorno del solstizio d’inverno è diventato 10 giorni dopo. 

Si era capito già da tempo, sin dal IV secolo, che non era molto preciso. Nessuno però aveva mai pensato di cambiarlo, perché il calendario veramente importante, più che quello solare, era quello liturgico, e non cambiava granchè nonostante l’errore. Il problema divenne più grave quando lo sfasamento cominciò a far slittare il giorno della Pasqua. Papa Gregorio XIII decise quindi di sistemare questa faccenda, creando una “Commissione del calendario”, e unendo le forze i migliori astronomi del tempo perfezionarono il calendario, che venne approvato nel settembre 1580. 

La sostituzione creò non pochi problemi. Prima di tutto, molti paesi non cattolici, in particolare quelli ortodossi dell’Europa Orientale, mantennero il vecchio calendario, e questo richiese di dovere sempre specificare, quando si parlava di date, a quale ci si stesse riferendo. Il caso più famoso è quello della “Rivoluzione d’Ottobre” che in Russia depose lo Zar (25-26 ottobre) che secondo gli occidentali si svolse il 7-8 novembre. 

Si decise che tutte le date precedenti sarebbero rimaste invariate, perché era impossibile cambiarle, e tutte le persone morte il 5 ottobre dovettero “attendere” 10 giorni per essere sepolte, come nel caso della Santa fondatrice dei Carmelitani Scalzi. Date di pagamenti con scadenza e processi vennero fatte slittare di 10 giorni creando vari problemi. Ma in tutto questo, avevano creato un calendario molto più preciso e coerente, che contando gli infinitesimali errori dovuti al cambiamento periodico della velocità di rotazione terrestre, accumula un errore di un giorno ogni 3300 anni, che si può però facilmente sistemare eliminando un giorno da un anno bisestile, quando ci si trova di fronte ad un anno secolare divisibile per 400. Ma credo che non sia un nostro problema, dato che mancano circa 3000 anni, e non credo che nessuno di noi potrà vedere questo cambiamento.