di Virginia Prisciano

E’ passato più di un mese dal primo caso di corona virus in Italia che tra il 22 e il 23 febbraio ha colpito un 38enne di Codogno. Non sarà nulla di grave. Non succederà nulla, rimarrà là.  Almeno uno di voi lo avrà pensato, quando la notizia ha invaso i telegiornali e i social.

Fontana di Trevi in una Roma deserta

E invece eccoci qui, dal 9 marzo tutta Italia è zona rossa e siamo il primo Paese in Europa per numero di contagiati. Il corona ci ha dichiarato una vera e propria guerra, in cui tutti gli strati del Paese sono chiamati ad entrare in campo. Medici, forze dell’ordine, protezione civile, giornalisti, ricercatori, politici, cittadini, lavoratori, studenti. Questo virus sconosciuto sta piegando il nostro Paese, non si era mai vissuta una crisi del genere dal secondo dopoguerra. Chiedete ai vostri nonni, se hanno mai visto la loro città deserta, gli ospedali al collasso, così tanta  gente morire in così breve tempo: Mai visto in tutta la mia  vita, e io ne ho viste tante, ecco cosa risponderanno.

Firenze, il saluto dalla trincea

Ma se da un lato il covid-19 sta schiacciando il Paese, dall’altro il Paese risponde. L’Italia si sta spogliando di quell’idea negativa che, con rassegnazione, molti hanno sempre avuto: l’Italia dell’irresponsabilità, del divario Nord-Sud, dell’inattività. Forse è arrivato il momento di smentire tutto ciò con il nuovo lato dell’Italia che sta riemergendo: l’Italia della responsabilità, del sacrificio, della resistenza, dell’unità da Nord a Sud, dalle isole al continente, dai piccoli borghi alle città. Non c’è più differenza, il Paese intero è accomunato dalla stessa battaglia.

Medici da Cuba, atterrati a Malpensa

Magari non saremo più soltanto pizza, mafia, mandolino, ma saremo l’Italia che ha sconfitto una pandemia mondiale: grazie ad una squadra eccezionale di medici, agli aiuti provenienti da ogni parte del mondo, alle raccolte fondi, ai lavoratori che ci stanno garantendo i beni essenziali e grazie a voi, voi che state rimanendo a casa nonostante la voglia di uscire e di sfogarsi, nonostante ci abbiano chiesto fermare la nostra vita da un giorno all’altro.

Ma arriverà il momento in cui nostra madre ci chiamerà di fretta in salotto e ci sarà Giuseppe Conte in televisione in quella grande sala che ci ha recato tanta agitazione e rammarico, ma questa volta con un nuovo volto, segnato da un lieve sorriso, di sollievo, di dolce abbandono, che dirà: Italiani, ce l’abbiamo fatta. E saremo stremati sì, ma ci riprenderemo in mano la nostra vita, consapevoli della forza che noi italiani uniti possiamo essere.

Forse sarà finalmente il momento in cui non daremo più nulla per scontato? Riscopriremo la bellezza della quotidianità, delle persone che ci circondano anche quando sono poche, e dell’amore per questo paese che alla fine sotto sotto unisce tutti noi, anche quando sogniamo di evadere, anche quando ne rimaniamo delusi. 

Ma è adesso il momento di agire per far sì che tutto questo accada, perché l’agognata liberazione arriverà solo oggi se ci atteniamo a quello che i nostri esperti ci raccomandano di fare con il cuore in mano. Lavatevi le mani, restate a casa, attenetevi alle misure di sicurezza. Tenete duro, fidatevi del nostro governo, fidatevi di questa nuova Italia.

Whitman scriveva: Il potente spettacolo della vita continua e tu puoi contribuirvi con un verso. E’ il momento di scrivere il nostro verso. Per noi, per l’Italia, per il mondo che sotto ai nostri piedi ci regge ogni giorno. 

#facciamopresto