25 marzo, il Dantedì, giorno in cui Dante iniziò il suo viaggio mistico attraverso i tre regni dell’oltretomba.

Sono molte le iniziative volte a celebrare il ghibellin fuggiasco: c’è chi scrive poesie, chi lo ritrae servendosi di una tavolozza di colori e chi, come noi, lo ricorda rileggendo i suoi bellissimi versi che hanno fatto appassionare innumerevoli generazioni.

Nella nostra Lectura Dantis il poeta rappresenta al contempo se stesso e tutti gli uomini: la sua condizione sembra richiamare la nostra attuale dimensione e il drammatico momento che, paradossalmente, vede ciascuno di noi esiliato in casa propria.

Il pane ha un altro sapore, proprio così. Le nostre vite sono cambiate all’improvviso per via di un evento inatteso e vorticoso, che nemmeno le più stringenti misure di contenimento riescono a dominare.

La nostra condizione è alienante, ma se pensiamo come Dante, l’emergenza di questi giorni, nonostante la sua gravità, può rendere ciascuno di noi ben tetragono ai colpi di ventura.

Ora che noi tutti siamo bloccati in casa, proviamo ad identificarci nella figura dell’exul immeritus e… magari, per sconfiggere la noia, proviamo ad ingannare il tempo ripercorrendo il viaggio di Dante, standocene seduti comodi sulle nostre poltrone e togliendo la polvere dal grande capolavoro della letteratura italiana!