di Michele Romano –

Tutti sanno che Giulio Cesare fu il grande condottiero conquistatore della Gallia, trionfatore di Pompeo e affossatore della repubblica romana, ma probabilmente non tutti sanno che venne rapito da dei pirati. Infatti nel 74 a.C., mentre si dirigeva a Rodi per intraprendere studi di retorica da Apollonio, la sua nave venne intercettata da una nave di pirati cilici e poi portata sull’isola di Farmacussa, nei pressi di Mileto.

La prigionia del nobile romano durò 38 giorni, durante i quali sembrava, più che l’ostaggio, il comandante dei rapitori. Spinto dalla sua forte personalità, minacciava addirittura di uccidere i pirati e questi rispondevano ridendo giocosamente. I briganti chiesero dalla sua famiglia un riscatto di 20 talenti, ma Cesare, indignato, ribatté dicendo loro che avrebbero dovuto chiederne almeno 50. Così Cesare ordinò ai propri servi di raccogliere la somma, che fu pagata proprio dagli abitanti di Mileto.

Nel momento in cui il riscatto venne pagato, Cesare fu lasciato su una costa. Immediatamente organizzò una flotta per inseguirli; li raggiunse in Asia Minore mentre stavano sbarcando e riuscì ad imprigionarne la maggior parte, quindi si recò dal governatore della provincia Marco Junio Bruto, perché credeva che sarebbe stato giusto farlo assistere alla loro esecuzione. Questi, tuttavia, temporeggiava sull’adempiere il suo compito poiché voleva tenerli in vita per scovare la posizione del loro tesoro cospicuo, così Cesare si diresse a Pergamo dove fece crocifiggere tutti quanti i pirati come promesso loro.