di Christian De Luca –

Molte cose belle sono nate in modo fortuito. Nate per sbaglio, o nate da situazioni che non davano altra scelta. Questo è il caso di uno dei simboli più importanti e famosi dell’Ottocento, in Italia e in tutto il mondo: le giubbe rosse dei garibaldini. 

Siamo nel 1843, a Montevideo, Uruguay. Garibaldi aveva radunato un gruppo di 500 volontari, che componevano la Legione Italiana. L’obiettivo era difendere la Repubblica dell’Uruguay dal dittatore argentino Juan Manuel de Rosas, che voleva conquistarla.

Oltre alle solite questioni militari che dovevano essere risolte, c’era la necessità di trovare una divisa per questi combattenti. Infatti fino a quel momento i soldati avevano combattuto con abiti civili, e procurarsi una divisa, con gli enormi problemi economici che avevano, era l’ultimo dei problemi. Nelle casse dello Stato non c’era un soldo, e c’erano problemi più urgenti della loro necessità di scendere sul campo di battaglia con abiti ufficiali e tutti uguali. 

Ma presto si presentò un’occasione: usare le camicie dei macellai. Era stato rinvenuto, infatti, un carico di camiciotti di lana rossa prodotto da un’azienda tessile di Montevideo, che dovevano essere venduti ai macellai di Buenos Aires. Ma suddetti macellai non se ne facevano niente di quei camiciotti, dato che a causa della guerra non riuscivano a lavorare. Era infatti assente la carne da macellare, e di conseguenza i camiciotti rimasero lì dove si trovavano, senza essere piazzati. Visto che ai saladeros, gli operai dei macelli, quelle camicie non servivano più, il governo uruguaiano aveva deciso di cederli alla Legione. 

Anche il colore, quindi, non era stato scelto apposta, e non aveva un significato profondo come molti credono. Era, bensì, totalmente casuale. Erano rosse solo perché i macellai utilizzavano quel colore per nascondere le macchie di sangue sulle loro divise, dato che lavorando in un macello spesso si sporcavano. 

Ecco quindi una  camicia lunga fino alle ginocchia: mettici poi una bella cintura di cuoio ad altezza vita dove infilarci una sciabola, un cappello, e per concludere dei pantaloni in tela come quelli dei marinai dell’epoca, e sarai un perfetto garibaldino.

Erano vestiti rozzi, non certo pensati per rappresentare dei combattenti, ma divennero un simbolo dell’ottocento, così importante che anche chi non è appassionato di storia le ha viste almeno una volta

Dalla necessità era nata la divisa più famosa della storia, piaciuta così tanto che Garibaldi decise di utilizzarla anche negli anni a seguire, e che sarebbe diventata un vero e proprio simbolo dell’Italia.