Christian De Luca

Anche se con qualche differenza legata alle abitudini di ognuno, noi tutti siamo abituati ad andare tranquillamente a dormire la sera, per poi svegliarci (possibilmente) dopo circa 8 ore di sonno buone. Ma questa, in realtà, non è un’abitudine molto antica. Anzi, è piuttosto recente. Infatti, questa tradizione di una lunga dormita unica è comparsa solo 2 secoli fa, cioè praticamente l’altro ieri se consideriamo le epoche che si sono susseguite nella storia.

Prima dell’invenzione della lampadina le persone erano solite andare a riposarsi alle 9 di sera, quando calavano le tenebre e le strade diventavano buie, per poi alzarsi 4 ore dopo, a mezzanotte. Stavano svegli per una o due ore, e poi tornavano a dormire fino all’alba. 

Questo lasso di tempo poteva essere utilizzato per sbrigare faccende domestiche, leggere, scrivere, meditare sui sogni fatti, o sulla propria giornata, o magari parlare con il compagno di letto. Anche se ci sembra strano, questa abitudine era così comune e così radicata nei nostri antenati, che ancora adesso esiste un picco nell’attività del nostro cervello intorno alla mezzanotte, abbastanza elevato da poter essere registrato dagli scienziati, ma per fortuna non abbastanza da svegliarci. 

Lo storico Roger Ekirch ha dedicato più di 15 anni allo studio del fenomeno, arrivando alla conclusione che la causa principale del cambiamento nelle nostre abitudini sarebbe dovuto all’illuminazione artificiale. Lui la paragona a una droga a cui l’uomo moderno è continuamente esposto, e che è capace di sconvolgere l’organizzazione dei livelli ormonali influendo sulle abitudini legate al sonno. 

Il suo aiutante, Thomas Wehr, ha voluto verificare la teoria con un esperimento, che ha effettuato nel 1992. Si è assicurato che i partecipanti allo studio evitassero di esporsi alla luce artificiale per circa un mese, e dopo sole due settimane, ognuno manifestava lo stesso ritmo del sonno: dormiva in due fasi per notte. Questo significa che effettivamente la natura dell’uomo lo porta a dormire con un intervallo, e che quella del dormire 8 ore di fila per notte è una pratica dovuta semplicemente al progresso tecnologico, e ovviamente ai ritmi che ha la nostra vita, dato che dormire in quel modo, in una società in continuo movimento come la nostra, sarebbe praticamente impossibile. 

Se prendiamo atto di questo, forse, svegliarsi nel cuore della notte non ci sembrerà più una catastrofe, ma può trasformarsi, anzi, in un’opportunità per svolgere qualche piacevole attività.