Mario Covello e Alessandro Tommasi

A partire dal 2000 don Gianni Mattia, sacerdote dal 1998 e promotore della clownterapia, ha fondato presso l’ospedale Vito Fazzi di Lecce l’Associazione Cuore e mani aperte verso chi soffre. L’associazione, che inizialmente si occupava solo di clownterapia, ora promuove diverse iniziative per aiutare chi ha bisogno.
Per approfondire la sua attività sul territorio, abbiamo chiesto ad Anna Lucia Aprile, membro dell’organizzazione da 6 anni. 

Anna Lucia, quali sono le finalità e i progetti dell’associazione?
Il nostro principale fine è quello di aiutare le persone meno fortunate. Il maggior progetto in corso è la Bimbulanza destinata ai bambini malati di cancro, ma ce ne sono altri ancora, come Lo Spazio-Benessere dedicato ai malati oncologici. Il nostro impegno è regalare un sorriso anche agli anziani nelle case di cura o ai bambini allontanati dalle famiglie e ospitati in strutture. 

Che tipo di persona è don Gianni?
Don Gianni non si pone mai dei limiti ed è molto caritatevole. Dà tutto se stesso per gli altri senza mai badare a spese e cercando di coinvolgere più persone possibile. La nostra associazione riflette la sua personalità.

Motivo per cui siete aperti alla cooperazione con associazioni dello stesso tipo…
Esatto. Collaboriamo spesso con l’associazione Con-Tatto di San Cassiano. Anche loro sono un’equipe di clown formati da don Gianni. Inoltre, una volta l’anno, si organizza la giornata Noi per loro in cui si coinvolgono tutte le associazioni che si occupano di bambini al fine di raccogliere fondi per la costruzione di un polo pediatrico all’interno dell’ospedale. 

Ci sono dei requisiti per entrare a far parte dell’associazione?
Sì. Organizziamo dei corsi di formazione una volta a settimana per soli maggiorenni e, dopo averli superati, si può aderire al nostro progetto. 

Cosa ti ha spinto a far parte dell’associazione?
Ho sempre voluto fare parte di questa associazione perché mi piace stare accanto ai bambini. Inizialmente ho provato un po’ di paura e insicurezza, ma l’associazione mi ha aiutato a mettermi nei panni di chi ha bisogno e ciò mi è stato di stimolo. Dopo il turno torno a casa soddisfatta e carica per quello che ho fatto.” 

C’è stato qualche episodio che ti ha colpito particolarmente?
Qualche mese fa, nel reparto di oculistica, abbiamo conosciuto un uomo di 40 anni con gravi problemi visivi. Al nostro arrivo, percependo seppur non chiaramente la nostra esplosione di colori, ha cominciato a saltare sul letto per la gioia. Si può capire così che la clownterapia non è solo rivolta ai bambini, ma è uno strumento utile a regalare momenti di spensieratezza a chi soffre.

Secondo te, l’impegno nel volontariato può essere un antidoto all’indifferenza?
Spesso ci si lamenta per qualsiasi cosa, senza pensare a chi sta davvero male. La solidarietà, che alcuni la considerano tempo perso, in realtà è un potente mezzo per combattere l’indifferenza perché crea i presupposti per aiutare gli altri migliorando se stessi. E’ questo il messaggio che bisogna trasmettere ai ragazzi.

  • Lo scorso febbraio, nell’ambito di un progetto di ricerca sul volontariato, i ragazzi della 3C hanno intervistato i rappresentanti di alcune associazioni operanti sul territorio. Ecco gli altri articoli frutto di questa esperienza: